Rimini | Trc, Lombardi: Innovativo? Opera da prima Repubblica
Trc, questi giorni a Rimini sembra proprio come quando si dice: “battere il ferro finché è caldo”. Nel battibecco su se sia opportuno tirare o no il freno al filobus da 103 milioni arriva anche il consigliere regionale del Pdl, Marco Lombardi. Secondo Lombardi, il trc non è una “infrastruttura innovativa”. Tutt’altro. “È l’ultima realizzazione della prima Repubblica”.
“Va ricordato – ricorda Lombardi – che a metà degli anni Novanta l’idea del trc non nacque da una insopprimibile esigenza del territorio ma dal fatto che gli allora cospicui finanziamenti regionali erano stati tutti drenati dai potentati del Pci emiliano, ed a noi erano rimaste le briciole legate solo alla possibilità di un opera di quel tipo che non dico fosse inutile ma certamente non era indispensabile”.
Se questa è davvero la premessa, è “normale chiedersi oggi, come fa un protagonista della politica di quel periodo (Sergio Gambini), se le priorità siano ancora quelle di 20 anni fa o vadano riviste. È evidente a tutti che una grossa parte del partito politico allora sponsor dell’iniziativa oggi è perplesso, è evidente a tutti che i disagi per i cittadini e per le due città coinvolte sono superiori ai benefici, è evidente a tutti che i costi aumenteranno e metteranno in crisi le casse esauste dei due Comuni ed infine è evidente a tutti che una linea monca solo tra la stazione di Riccione e quella di Rimini è peggio di ciò che oggi offre la linea del filobus”.
Lombardi spiega anche come il saltare giù dal costoso bus potrebbe entrare positivamente nella risoluzione del problema fogne. “Le linee di credito aperte dal Comune di Rimini per finanziare il trc gli impediranno di avere la capienza economica per finanziare la ristrutturazione del sistema fognario e degli scarichi a mare ed invito tutti ad esprimersi su quale sia la priorità attuale del nostro territorio rispetto a queste due esigenze”. E pur concedendo, ma Lombardi non ci crede, al trc di risolvere i problemi della mobilità riminese, la domanda è: “Non essendoci i soldi per fare tutto,i cittadini tra il trc e le fogne cosa sceglierebbero?”.
L’obiezione dei costi (51 milioni) da pagare per strappare il biglietto del trc secondo Lombardi, e non è il solo, non reggerebbe. “Oggi la giunta di Rimini, per una sua legittima scelta politica blocca lo sviluppo edilizio della città esponendosi anche a delle ingenti richieste di danni da parte di chi ritiene che siano stati violati dei diritti acquisiti. Si preoccupa degli eventuali danni per il Comune?”.
Rispetto al fatto che non sarebbe possibile ridestinare i fondi ad altre opere infrastrutturali legate alla mobilità riminese, Lombardi segnala “l’esperienza di Bologna e di altre città dove lo spostamento dei fondi statali è stato possibile ed in ogni caso certamente “trasferibili” sarebbero i finanziamenti comunali”.
In definitiva, secondo Lombardi quello che manca in tutta questa vicenda è un po’ di sano realismo e la libertà di cambiare opinione da parte degli amministratori di Rimini. “Se lo faranno non ne subiranno lo scherno da parte della minoranza e assieme potremo cercare, anzi, di ridurre i costi per il Comune”, s’impegna Lombardi. “Visto il momento sarebbe un bell’esempio di “buona amministrazione” dimostrando di piegare la politica alla realtà e non viceversa”.